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Pride: manifestazione pubblica  aperta a tutti

"Di per se stessa, l’omosessualità è limitante quanto l’eterosessualità: l’ideale sarebbe essere capaci di amare una donna o un uomo; indifferentemente, un essere umano, senza provare paura, limiti od obblighi."     

Simone de Beauvoir

PERCHÉ PARLARE di LGBT+?

Cosa significa questa sigla? La diagnosi di omosessualità è stata eliminata nel 1973 dal “Manuale Statistico e Diagnostico delle Malattie Mentali” e per la comunità scientifica l’omosessualità non è una patologia.

Il dibattito sempre più diffuso sulle problematiche dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale è oggi un segnale di attenzione che non può essere ignorato o misconosciuto. Se ne parla soprattutto quando la cronaca presenta casi estremi e sono soprattutto le giovani vittime a generare sgomento. Saperne di più e confrontarsi senza pregiudizi permette di comprendere meglio la realtà delle persone omosessuali con cui si vive a contatto e contribuisce a creare un ambiente più consapevole e tollerante. L’Italia è spesso fanalino di coda nel processo di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti il mondo omosessuale. Un’analisi e una riflessione sui comportamenti che possono ostacolare scelte responsabili e consapevoli è diretta, oltre che a quei giovani che scoprono di sentirsi attratti da persone del loro stesso sesso, ai loro amici e compagni di scuola, alle loro famiglie e agli insegnanti. Se gli uni sono confusi sul loro orientamento sessuale, gli altri sono disorientati sul loro ruolo di genitori e di educatori. È fondamentale mettere in atto buone pratiche fondate sul confronto e sul rispetto e volte a contrastare la cultura del pregiudizio e le azioni discriminatorie che, se ignorate o misconosciute, vanno a colpire tutte le minoranze e le diversità. Quello che va prevenuto è il disagio che può nascere dallo stigma sociale -omofobia interiorizzata- con un ascolto libero da pregiudizi sulle tematiche relative alla omosessualità, tra le quali la genitorialità.

Incontriamoci in colloqui individuali, gruppi tematici e formazione su identità di genere e sessualità–orientamenti non maggioritari–nuove soggettività.

LGBT

Lesbica è il termine con cui si indica l’attrazione affettivasentimentale e sessuale di una donna per un'altra donna, in breve l’omosessualità femminile: “donne che amano le donne”.

Gay è un termine di origine inglese che viene adottato come sinonimo di omosessuale nel 1969, con la nascita negli USA del nuovo movimento di liberazione omosessuale.

Bisessuale indica l’orientamento sessuale di un soggetto che ha la capacità di provar attrazione affettivo-erotica nei confronti di individui sia del proprio che dell’altro sesso,

Transgender: nella terminologia psicologica, psichiatrica, endocrinologica e legale il termine “transgender” viene utilizzato in termini semplificativi per indicare una persona transessuale non operata ai genitali.

Intersessuale: termine usato per descrivere persone i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili, ma possono presentare caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili che femminili. Le cause di tali caratteristiche possono essere  congenite o acquisite (nel caso di alcuni disturbi ormonali o assunzione di determinati farmaci) e possono intervenire a livello cromosomicoormonale o morfologico.

CONVERSAZIONI GRUPPOANALITICHE

Il gruppo -6/8 partecipanti- prevede 6 incontri serali di 2 ore ciascuno con frequenza mensile, in orario da definirsi. Il costo complessivo di ogni incontro è di 30 Euro.

Per iscrizioni telefonare al 3494965902 o inviare una richiesta a:  giuditta.pieti@gmail.com

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Giornalista psicosociale
dirigo
suiGenerismagazine

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